Contro la privatizzazione della sanità – La manifestazione regionale di Milano del 21 ottobre 2023 e un’intervista di Maria Elisa Sartor

Il 21 ottobre 2023 si è svolta a Milano, sotto la sede della Regione, una manifestazione regionale contro la privatizzazione della sanità, promossa da Medicina Democratica e da diverse associazioni e a cui hanno aderito anche la CGIL e altri sindacati di base, movimenti politici e i partiti dell’opposizione al governo della Lombardia.

Scopo della manifestazione è stato quello di proseguire nella mobilitazione a livello regionale e nazionale per difendere il diritto alla salute di cittadine e cittadini, messo in grave pericolo dalla scelta di privilegiare il settore privato rispetto a quello pubblico.

Il privato, è stato più volte sottolineato, non può, per la sua logica intrinseca, privilegiare la prevenzione rispetto alla cura, in quanto finirebbe per nuocere alle sue stesse esigenze di profitto, basate sulla proliferazione di cure (possibilmente pagate direttamente dalle persone, ma comunque retribuite dalla Regione, cioè dalle tasse dei cittadini).

L’allungamento delle liste d’attesa è un problema di dimensioni enormi. A beneficiarne è ancora una volta il privato, che offre a pagamento servizi che oramai sono accessibili solo dopo un’attesa, spesso lunghissima, presso il settore pubblico.

A questo proposito, è stato sottolineato come sia stata ancora rimandata l’unificazione del Centro Unico di Prenotazione (che di “unico” ha davvero poco…). Le persone devono così telefonare a diverse strutture perché non hanno la possibilità di sapere, con un’unica chiamata, dove trovare una risposta alle loro necessita in tempi ragionevoli e comunque rispettosi di ciò che è scritto sull’impegnativa.

Forti critiche sono state rivolte all’attività intramoenia, messa in atto dalle stesse strutture pubbliche, che forniscono, a pagamento e da parte dei medici già alle dipendenze del SSN, servizi che sono negati in tempi brevi ai pazienti che si rivolgono al Servizio Sanitario Regionale.

È stata inoltre chiesta la cancellazione delle prestazioni a gettone, che umiliano il ruolo del professionista, introducono rapporti saltuari tra medici e pazienti e stabiliscono inaccettabili sperequazioni monetarie tra i medici.

Fondamentale per frenare la progressiva e crescente carenza di personale è l’assunzione di personale e il rinnovo dei contratti di categoria, con l’unificazione normativa e salariale tra pubblico e privato e significativi aumenti di retribuzione per tutti i dipendenti.

Infine, è stato ribadito che la richiesta di un referendum sulla sanità in Lombardia resta sul tavolo, in attesa del pronunciamento del TAR in proposito, dopo che il Consiglio Regionale ne ha bloccato lo svolgimento per ragioni chiaramente politiche e non normative.

Alla manifestazione ha partecipato anche una delegazione proveniente dal Veneto. La prospettiva è quella di allargare il movimento per il diritto alla salute ad altre regioni e in primis a quelle del Nord.

Sono intervenuti diversi relatori, tra cui Vittorio Agnoletto, per Medicina Democratica, e Don Luigi Ciotti, dell’Associazione Libera, che ha pronunciato il discoro conclusivo.

L’appuntamento è ora per le prossime mobilitazioni, a cui vi invitiamo a partecipare. Sul tappeto c’è una questione fondamentale: la possibilità di continuare ad avere una sanità pubblica, gratuita ed efficiente.

Segnaliamo, prima di concludere, un’approfondita intervista alla professoressa Maria Elisa Sartor, – autrice di un importante testo sulla Sanità Lombarda recensito da Prateria Ribelle – in cui vengono spiegati i meccanismi che sorreggono i processi di privatizzazione della sanità, in Lombardia e altrove, sottolineando inoltre le responsabilità di quel modello nella mancata risposta alla diffusione della pandemia nel 2020. L’intervista è stata pubblicata sul sito Striscia Rossa.

Luca

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